(Ρυζόγαλο)
Suona il telefono e corro a rispondere. Tengo la finestra aperta nel pomeriggio, arriva un po' di ariolina benevola dal parco dietro casa. Arrivano anche gli schiamazzi dei ragazzetti che giocano a calcio da ore... non riesco a sentire la voce dall'altra parte della comunicazione... mi avvicino alla finestra e fingo di ascoltare il mio commercialista, vagando con gli occhi sulle facce dei bimbi nel parco.
Uno piccolo, sui 5 anni siede a terra, la faccia stravolta dal dolore, il mio istinto (materno? professionale? boooohhh...) mi comanda di correre. L'istinto di sopravvivenza al quale solitamente ubbidisco mi comanda di stare a vedere. Fa delle smorfie originalissime, ma non piange. ha le ginocchia sbucciate, minuscole goccioline di sangue gli ricamano la pelle sopra la rotula a pois... Ci soffia su...
E mi scatta la visione, di me stessa bambina con le ginocchia perennemente sbucciate, a soffiarci su, a bagnare un fazzoletto di carta con l'acqua e spiaccicarlo sulle ferite, a correre a lamentarmi dalla mamma. Che con elegante prontezza mi rassicura e mi rifila la merenda fatta in casa: profumo di cannella e di vaniglia, latte e riso, fresca da frigo.
Siedo sui gradini davanti casa, immergo il cucchiaino nella profumata cremosità e... passa tutto! Il fazzoletto bagnato e macchiato di sangue mi cade dal ginocchio ma manco mi accorgo.
Il commercialista termina la comunicazione, non ho capito niente, anzi non ho sentito niente... Domani dovrò richiamare a sentire che nuova tassa dovrò pagare... Ma ora corro in cucina, a prepararmi il ryzogalo!
Cosa ci serve (per 4 persone):
Suona il telefono e corro a rispondere. Tengo la finestra aperta nel pomeriggio, arriva un po' di ariolina benevola dal parco dietro casa. Arrivano anche gli schiamazzi dei ragazzetti che giocano a calcio da ore... non riesco a sentire la voce dall'altra parte della comunicazione... mi avvicino alla finestra e fingo di ascoltare il mio commercialista, vagando con gli occhi sulle facce dei bimbi nel parco.
Uno piccolo, sui 5 anni siede a terra, la faccia stravolta dal dolore, il mio istinto (materno? professionale? boooohhh...) mi comanda di correre. L'istinto di sopravvivenza al quale solitamente ubbidisco mi comanda di stare a vedere. Fa delle smorfie originalissime, ma non piange. ha le ginocchia sbucciate, minuscole goccioline di sangue gli ricamano la pelle sopra la rotula a pois... Ci soffia su...
E mi scatta la visione, di me stessa bambina con le ginocchia perennemente sbucciate, a soffiarci su, a bagnare un fazzoletto di carta con l'acqua e spiaccicarlo sulle ferite, a correre a lamentarmi dalla mamma. Che con elegante prontezza mi rassicura e mi rifila la merenda fatta in casa: profumo di cannella e di vaniglia, latte e riso, fresca da frigo.
Siedo sui gradini davanti casa, immergo il cucchiaino nella profumata cremosità e... passa tutto! Il fazzoletto bagnato e macchiato di sangue mi cade dal ginocchio ma manco mi accorgo.
Il commercialista termina la comunicazione, non ho capito niente, anzi non ho sentito niente... Domani dovrò richiamare a sentire che nuova tassa dovrò pagare... Ma ora corro in cucina, a prepararmi il ryzogalo!
Cosa ci serve (per 4 persone):
- mezza tazza di riso per risotti
- 1 e 1/2 tazza di acqua
- 4 tazze di latte intero
- 1/2 tazza di zucchero
- 1/4 cucchiaino di sale
- 2 cucchiai di fecola
- vaniglia 1 stecca
- cannella a piacere
Portate a ebollizione il riso con l'acqua e il sale, abbassate il fuoco e lasciate che l'acqua venga assorbita completamente. In mezza tazza di latte sciogliete la fecola, profumate con la vaniglia e tenetela da parte. Scaldate il resto del latte e versatelo nella pentola del riso insieme allo zucchero, riportate a ebollizione, poi riabbassate il fuoco e lasciate sobbollire per 15 minuti circa. Per ultimo aggiungete il latte con la fecola e la vaniglia e fate addensare la crema per 5 minuti.
Nessun commento:
Posta un commento