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martedì 25 dicembre 2012

Tortini di zucca con provola piccante

Dov'è la festa, dov'è la festa? gridavano gli elfi.
Dov'è l'albero, dove sono i dolcetti? mugugnavano le renne.
Dove ci porta mai Babbo Natale? si chiedevano gli angioletti.
Il posto era squallido, grossi palazzoni di grigio cemento, freddi, bui e senza un appiglio dove appendere lucine, addobbi o dove far riposare un attimo la luna nel suo cammino. Nessuno cantava, nessuna ballava, non c'era qui il dolce profumo della cannella e dell'arancia, non si intravedeva il consueto bagliore della fiamma natalizia. Qui non era Natale, in questo posto c'era solo Notte.
Babbo Natale, disse l'elfo insolente, ammettilo, hai sbagliato indirizzo!
Un randagio spelacchiato che sonnecchiava su una lurida coperta rizzò le orecchie, poi balzò in piedi gioioso:
E' qui! Babbo Natale non ha sbagliato! La festa è qui!
C'erano persone con la pancia vuota e persone con il cuore vuoto, bambini con le mani vuote e un grandissimo tavolo vuoto. Non c'erano addobbi, non c'erano vini preziosi né leccornie. Mancava tutto tranne una cosa che scorreva nelle vene di tutti in abbondanza: la Speranza.
Ecco! disse Babbo Natale. Passeremo qui il nostro Natale, ora che il lavoro è finito. Scaricate i pacchi! Stasera divideremo i nostri regali con tutte queste persone!
Fu la festa più bella di tutte.
Fu il regalo più vero.
Buona notte...






Cosa ci serve (per 6 porzioni)

  • 500 grammi di zucca
  • 50 grammi di farina
  • 50 grammi di parmigiano
  • 150 ml di panna
  • un uovo
  • sale
  • pepe
  • noce moscata
  • foglie di salvia
  • provola piccante
  • fettine di speck

Facciamo cuocere la zucca intera in forno coperta con un foglio di alluminio per circa 2 ore. La lasciamo raffreddare, la tagliamo, eliminiamo i semi e frulliamo la polpa per ottenere una crema vellutata.
Preleviamo 500 grammi della polpa e li mescoliamo con la farina e il parmigiano, aggiungiamo la panna e il rosso d'uovo. Regoliamo di sale, aggiungiamo salvia tritata, pepe e noce moscata a piacere.
Per ultimo aggiungiamo il bianco d'uovo sbattuto a neve. Versiamo l'impasto in piccoli stampini monoporzione e vi infiliamo pezzetti di provola piccante. Inforniamo a 200 gradi per 20 minuti.
Possiamo servire semplici così, oppure con fettine di speck rese croccanti scaldandole su un tegame antiaderente! Buon Natale!

lunedì 17 dicembre 2012

Babà Natalizi al Rum e Caramello Dorato

Sta arrivando il Natale, pensava la piccola fatina, come la addobbo quest'anno la Terra delle Fate? I fiorellini si sono appassiti con il freddo, le stelle si sono offuscate dalle nuvole, le lucciole si sono addormentate, la polvere fatata non luccica quando è triste...
Guardava dalla sua finestra il mondo fatato addormentato e con la testa presa dai pensieri si mise a preparare il suo caffè. I tempi sono diventati difficili, gli elfi non trovano più frutti nel bosco, i figlioletti dell fate hanno fame e hanno freddo, molti di loro non troveranno regali sotto l'albero quest'anno.
Che cosa faccio, che cosa faccio...
Aveva in mente dei piccoli dolcetti magici da preparare per tutti, di quelli che come spugnette assorbono lo sciroppo fatato e lo trasformano in dolcezza inebriante nella bocca di chi gli da un morso alla festa di Natale.
Girovagando un pomeriggio nell'Oscuro Bosco ha trovato un basso cespuglio nascosto, pieno di minuscoli frutti rossi, li ha molto ammirati e ora sogna di usarli per il regalo ai suoi amici...
"Mamma mia!" si sveglia all'improvviso dal suo sogno, "il mio caffè! Che sbadata che sono, nel pentolino non ho messo altro che zucchero!"
Immerge il cucchiaino nel pentolino e lo tira fuori tenendolo alto, una goccia di oro bollente le cade sul dito, ai! Il cucchiaino le scappa dalla mano, vola nell'aria tratteggiando un fulmine dorato al suo passaggio, la fatina lo guarda estasiata, riprende il cucchiaino e so scuote forte, una pioggia dorata cade sul suo tavolo.
Eccola la magia che cercavo!!!
E con il dolce e dorato caramello addobba la festa di quest'anno!
Circa allo stesso modo ho preparato anch'io i miei babà e mi è rimasta come regalo un'enorme bolla sul dito!




Cosa ci serve (per 12 babà):

  • 120 grammi di manitoba
  • 40 grammi di farina 00
  • 15 grammi di lievito fresco
  • 3 uova
  • 15 grammi di miele
  • 50 grammi di margarina
  • pochissimo sale
Per lo sciroppo:
  • 200 grammi di zucchero
  • 400 ml di acqua
  • una tazzina di rum
Per il caramello:
  • 100 grammi di zucchero
  • pochissima acqua
Facciamo sciogliere il lievito in due cucchiaiate di acqua tiepida, aggiungiamo una cucchiaiata di farina e mescoliamo bene. Copriamo con un telo e lasciamo che "si svegli" il lievito per circa una mezz'ora.
Dopo la mezz'ora mescoliamo il lievito con il miele, aggiungiamo successivamente la farina, le uova ad una ad una, la margarina ammorbidita e il sale. Lavoriamo bene l'impasto per farlo diventare velluttato.
Andiamo a riempire fino a un terzo della loro altezza 12 formine da muffins, lasciamo lievitare in luogo caldo finché non triplicano di volume.
Inforniamo a 170°C per 15 minuti circa, devono raggiungere un bel colore dorato. lasciamo raffreddare completamente.
Nel frattempo prepariamo lo sciroppo con lo zucchero, l'acqua e il rum e lasciamo addensare lentamente sul fuoco (circa mezz'ora). Quando lo sciroppo è pronto, vi immergiamo i babà freddi, li lasciamo assorbire bene e li scoliamo dallo sciroppo in eccesso.
Lasciamo raffreddare e decoriamo a piacere. Io ho scelto il caramello e i frutti di bosco per creare un'atmosfera magica di Natale!




giovedì 13 dicembre 2012

Aspettando Babbo Natale - Biscotti alla cannella e zenzero

La piccola Blanca aspetta con ansia Babbo Natale. Ha i capelli neri e gli occhi nerissimi, è arrivata con un aereo grande dal Paese Dove Non C'è Mai Inverno al Paese Dove Il Natale E' Molto Luminoso.
Ogni sera si accendono le Luci dell'Albero, si distingue la Lettera, scritta in lingua straniera e canterina, Lettera al Santo dei Bimbi e degli Elfi. Mio caro Babbo Natale... La piccola Blanca soppesa i capricci e la bontà del giorno, misura di qua, aggiunge di la e decide: oggi sono stata molto buona, mi avrà visto Babbo Natale mamma?
Luccica addobbato il Calendario Rosso, si aprono una ad una ogni sera le mollette, fa l'occhiolino dall'alto il Santo, un piccolo pacchettino ogni sera mantiene accesa la tenera fiammella del sogno.

I biscotti sono usciti deliziosi dalle mani di mamma e figlioletta. Il nostro albero è venuto un pochino storto in cima e una delle stelle si è abbrustolita parecchio, ma per tutti questi dettagli ci piace ancora di più!







Cosa ci serve (per 50 biscotti circa):
  • 350 grammi di farina
  • 150 grammi di burro
  • 150 grammi di zucchero
  • 150 grammi di miele
  • 1 uovo
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 2 cucchiaini di cannella
  • mezzo cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
  • 2 cucchiaini di zenzero
  • mezzo cucchiaino di bicarbonato
  • 2 cucchiaiate di cacao amaro
  • un pizzico di sale

Lavoriamo lo zucchero con il miele e il burro freddo, aggiungiamo pian piano tutti gli ingredienti. Impastiamo bene che si amalgamino, prepariamo una palla d'impasto, la copriamo con pellicola da cucina e lasciamo riposare in frigo per 2 ore.
Passate le due ore riprendiamo il nostro impasto, lo stendiamo in una sfoglia di circa mezzo centimetro e con le formine per biscotti che ci piacciono ritagliamo tanti disegni. E' importante usare la quantità di impasto necessaria per ogni teglia, lasciando il resto dell'impasto in frigo.
Inforniamo a 180°C per 8 minuti circa per teglia.





La glassa è la stessa della ricetta precedente:
  • 1 bianco d'uovo
  • 150 grammi di zucchero a velo
Andiamo a montare a neve fermissima l'albume e poi aggiungiamo gradualmente lo zucchero a velo. La glassa deve risultare di colore bianco candido e di consistenza molto densa. Se risulta molto liquida possiamo aggiungere ancora un pochino di zucchero a velo.





Il Calendario Rosso!



mercoledì 12 dicembre 2012

Torta al limone con candida glassa

Pomeriggio, l'ora sacra del rituale del caffè. Decisamente greco. Gli ultimi raggi del sole invernale tingono di rosso i margini delle foglie della magnolia, inciampano un attimo sui merletti della tenda e si scagliano allegri sul muro del mio salotto, come bambini che giocano a nascondino in strada.
Esito un momento tra il lokum e la torta, cosa metto nel piattino a tener compagnia al caffè, decide per me l'ultimo raggio che si posa invitante sulla candida glassa, buonissima torta al limone, tocco con il coltello la crosta, croccante e ricca, si sparge il profumo del limone, inebriante come il sapore.
Un elegante vestitino che avevo adocchiato in una vetrina per Capodanno... è meglio se lo scordo...


 



Cosa ci serve:

  • 3 uova
  • 175 grammi di zucchero
  • 140 grammi di farina
  • 1 limone (succo e scorza grattugiata) non trattato
  • 100 ml di panna
  • 40 grammi di burro
  • 50 grammi di scorza di limone candita
  • mezza tazzina di limoncello
  • mezza bustina di lievito
Per la glassa:
  • un albume
  • 150 grammi di zucchero a velo
Con una frusta lavoriamo il burro con lo zucchero per ottenere una spuma soffice, aggiungiamo le uova intere  e la panna non montata e continuiamo a lavorare. Profumiamo con la scorza grattugiata, il succo di limone e il limoncello. Setacciamo la farina con il lievito e andiamo ad aggiungerla nel composto delle uova. Per ultima aggiungiamo la scorza candita sminuzzata.
Versiamo in uno stampo da plumcake imburrato ed inforniamo per 35 minuti a 180°C.
Nel frattempo prepariamo la glassa, lavoriamo l'albume con la frusta a neve ferma e aggiungiamo gradualmente lo zucchero a velo, fino ad ottenere una glassa densa e lucida. Se l'uovo è molto grande, possono servire più di 150 grammi di zucchero a velo.
Quando la torta è pronta la lasciamo raffreddare, la sformiamo e vi versiamo la glassa. Lasciamo asciugare bene prima di servire. 

martedì 11 dicembre 2012

Frittelle sfiziose con ricotta e salsiccia

Prima neve. Prime gelate notturne. Tanta voglia di serate in casa con gli amici! Un po' l'aria natalizia, un po' l'aria di crisi economica favoriscono la crescita di feste in casa con persone care. L'albero brilla in compagnia, il divano abbraccia le risate, la grande tavola in centro carica di chiacchere e confidenze tende i suoi vassoi di leccornie, versa il vino nelle coppe, ammalia i commensali, restate con me, un altro boccone, un altro sorso, strega e regina, ci intrattiene ai suoi grembi fino a notte fonda...
Salute allora! Un altro sorso! Un altro boccone!




Cosa ci serve (per 4 persone):

  • 250 grammi di farina
  • un cubetto di lievito (25 grammi)
  • una grande patata lessata (200 grammi)
  • un pizzico di sale
  • un pizzico di zucchero
  • una salsiccia fresca (100 grammi)
  • 100 grammi di ricotta fresca
  • foglie di salvia
  • olio per friggere

Riduciamo a purè la nostra patata. Andiamo a sciogliere il lievito di birra in mezzo bicchiere di acqua tiepida, mescoliamo lievito e farina, aggiungiamo un pizzico di sale, un pizzico di zucchero, il purè della patata ed impastiamo per amalgamare bene tutti gli ingredienti. L'impasto deve risultare abbastanza molle, se ci sembra più denso aggiungiamo poca acqua sempre tiepida. Lasciamo riposare in un ambiente caldo per 2 ore.
Riprendiamo dopo le due ore il nostro impasto (che dovrà essere raddoppiato) e formiamo tante piccole palline nelle quali richiudiamo un pezzetto di salsiccia, un pezzetto di ricotta e una foglia di salvia (vengono circa 20 palline). 
Friggiamo in olio bollente, serviamo tiepide con una spolverata di sale!

sabato 8 dicembre 2012

Pere e cioccolato con dolci briciole e cannella

Arriva presto l'ora delle favole in dicembre, si accendono lentamente le finestrine del palazzo di fronte, le cinque buio pesto, luccica una qualche stellina frettolosa sul blu notte del cielo, della luna neanche l'ombra, provo a salire attentamente le scale, per non finire a capitombolo e far ridere a crepacuore gli gnomi... Accendo subito l'Albero, così mi piace di più cucinare, alla luce fiocca delle lucine colorate e le palle di vetro soffiato, la ragnatela brillante e la pioggia d'argento, gli addobbi di stoffa e il piccolo nido di pettirossi in cima, subito sotto la grande stella.
Cosa vi offro stasera? Di notte si fortifica il freddo e la tristezza, qualcosa di caldo e croccante insieme, una cucchiaiata di dolcezza di pera e cioccolato, per coccolarvi un po', respirate profondamente la cannella e il burro, lasciate fermare un attimo l'uvetta al dente e lasciatevi andare ai più magici dei sogni...





Cosa ci serve (per 8 persone):

  • 5 pere grandi
  • un limone non trattato
  • 200 grammi di cioccolato fondente freddo da frigo
  • 50 grammi di uvetta
  • un cucchiaino di cannella
  • 100 grammi di zucchero
  • 100 grammi di farina
  • 60 grammi di burro freddo da frigo

Per prima cosa mettiamo a bagno l-uvetta in acqua tiepida. Laviamo le pere, togliamo la buccia e i semi e tagliamo a piccoli cubetti. Bagniamo con il succo di limone per non farle annerire, disponiamo in una grande pirofila e le condiamo con la scorza del limone grattugiata e la cannella. Aggiungiamo l'uvetta strizzata e mescoliamo bene.
Sminuzziamo il cioccolato con un grosso coltello su un tagliere di legno e distribuiamo le briciole sopra le pere.
In una ciotola impastiamo velocemente il burro freddo con la farina e lo zucchero senza lavorarlo troppo. Formiamo delle grosse bricciole che andremo a spargere sopra il composto delle pere facendo attenzione di coprirle tutte.
Inforniamo a 180°C per 25 minuti circa fino a che non si formi una crosticina dorata. Questo dolce è buonissimo da servire tiepido, ma è ottimo il giorno dopo!!! (e si taglia meglio...)




martedì 4 dicembre 2012

Pacchettini natalizi di salsiccia in sfoglia di porri


Dicembre, c'è aria di Natale!! Spuntano lucine qua e la come funghetti fosforescenti, luccicano tenere bollicine sugli alberi addobbati, l'angolo della strada sa di castagna e di caramello caldo. Le torte preparano i loro abiti da festa, i biscotti vanno innevati di zucchero a velo, dai cassetti escono furtive le tovaglie ricamate per prendere un pochino di aria prima della festa... Pianto due tre chiodi di garofano su un'arancia e mi metto al lavoro per il primo colore del Natale, il verde! Un pacchettino ben confezionato, il primo regalo di dicembre, antipasto veloce e facile, bocconcini di salsiccia in sfoglia di porri. Buon appetito a tutti!




Cosa ci serve (per 6 persone):

  • due porri grandi
  • due salsicce ferraresi
  • mezza tazzina di olio
  • una tazzina di vino bianco
  • sale
  • pepe
  • noce moscata
  • rafia o spago da cucina

Apriamo attentamente  le foglie dei porri, le laviamo bene e le immergiamo per cinque minuti in acqua bollente senza mescolarle molto per non romperle. Successivamente le scoliamo dall'acqua e le lasciamo raffreddare su uno strofinaccio pulito.
Togliamo la membrana esterna delle salsicce e con la mano formiamo tanti piccoli bocconcini. Tagliamo a quadretti le sfoglie di porro e le riempiamo con i bocconcini di salsiccia. Chiudiamo i pacchettini, li confezioniamo a regalo con strisce di porro e fermiamo con lo spago.





Scaldiamo l'olio e vi rosoliamo i nostri bocconcini da entrambi i lati, aggiungiamo il sale, il pepe e profumiamo con una grattugiata generosa di noce moscata. Spegniamo con il vino e lasciamo cuocere con la loro salsa per circa 10 minuti. Più semplice di così non si può!!!



lunedì 3 dicembre 2012

Revythada - zuppa di ceci

Una preghiera biancazzurra per ogni giorno dell'anno. Tetti e terrazze candide, ornate di corni e boccali di terracotta. Sole impetuoso, vento che spazza senza pietà le aride colline, capre scalatrici dalle forti gambe. Croci bianche che si lanciano come colombi guerrieri nel blu del cielo. Silenzio. Mare.
Sifnos è un rosario di 365 chiesette, costruite, scavate, infilzate in ogni angolo dell'isola. Il bianco splende, ferisce quasi gli occhi, riposi un po' lo sguardo sul turchese e sul blu dell'acqua, cala la sera, respiri profumi antichi, fico e cappero, timo e maggiorana, mentuccia e basilico. 
La domenica mattina, terminata la messa, le massaie di Sifnos aprono i forni di terracotta e tirano fuori una delizia che cuoce lentamente dalla sera prima, è la famosa revythada, la zuppa di ceci che si sciolgono in bocca.




Cosa ci serve (per 4 persone):

  • 400 grammi di ceci 
  • una cucchiaiata di bicarbonato
  • una cipolla grande
  • una tazzina da caffè di olio
  • sale
  • pepe
  • rosmarino
  • limone

Mettiamo i ceci in una capiente pentola dalla sera prima, li copriamo di acqua calda, chiudiamo con il suo coperchio e lasciamo riposare tutta la notte.
Il giorno dopo i nostri ceci si saranno gonfiati e saranno pronti da cucinare. Aggiungiamo il bicarbonato e lasciamo riposare per un'altra ora. Poi eliminiamo l'acqua e poniamo i ceci in uno strofinaccio pulito e li strofiniamo energicamente per eliminare buona parte delle pellicine bianche. Laviamo bene alla fine i nostri ceci.
Rimettiamo tutto in un recipiente di coccio adatto a cotture lunghe, aggiungiamo l'olio, il pepe, il rosmarino sminuzzato e la cipolla tritata. Copriamo di abbondante acqua i ceci, chiudiamo bene il recipiente e poniamo in forno per 5-6 ore a 150°C. 
Quasi alla fine della cottura apriamo il contenitore per aggiustare di sale e regolare la quantità di acqua della zuppa. Quando i ceci saranno cotti, apriamo il coperchio del recipiente ed irroriamo con il succo di limone a quantità desiderata. Io solitamente uso 2 limoni perché mi piace il sapore della revithada abbastanza acidulo.
Servite con del rosmarino fresco e fettine di pane tostato!







mercoledì 28 novembre 2012

Muffins salati con pancetta e uvetta

Il cielo si è caricato di piombo e la giornata si è travestita a lutto. Le nuvole piangono lacrime grosse come ciliegie. Abbiamo acceso le luci ma l'umore non è cambiato, un poco pigro, un poco annoiato, un poco triste per il lungo inverno che ci aspetta...
Avevamo bisogno di qualcosa di luminoso e gioioso da fare ed assaggiare, un'idea di primavera nella nostra cucina. Ed eccoli i nostri bocconcini con buona pancetta e dolce bionda uvetta!!!




Cosa ci serve (per 12 tortine):
  • 200 grammi di farina
  • 100 ml di latte
  • 100 grammi di parmigiano grattugiato
  • 100 grammi di pancetta a cubetti
  • 2 cucchiaiate di olio
  • 150 grammi di piselli surgelati
  • una piccola cipolla tritata
  • una bustina di lievito per preparazioni salate
  • 80 grammi di margarina a temperatura ambiente
  • 100 grammi di uvetta bionda ammollata
  • 3 uova
  • sale
  • pepe
  • prezzemolo

Preriscaldiamo il forno a 180°C. In una padella antiaderente rosoliamo la pancetta con il suo grasso e poi la manteniamo calda. Scaldiamo poi l'olio e vi facciamo sudare la cipolla per qualche minuto, poi aggiungiamo i piselli, saliamo e lasciamo cuocere per 5 minuti con i suoi liquidi. Ammolliamo l'uvetta in poca acqua.
Con lo sbattitore mescoliamo le uova con il latte, aggiungiamo la margarina e il prezzemolo, la farina e il lievito, il formaggio e il pepe, aggiustiamo di sale. Per ultimi aggiungiamo l'uvetta strizzata bene, i piselli e la pancetta. 
Versiamo l'impasto in 12 formine di silicone ed inforniamo per 20 minuti.




Pronti!!!
Lasciate raffreddare prima di sformare. Sono ottimi anche il giorno dopo.





domenica 25 novembre 2012

Kydonopasto - Dolcetti di mele cotogne

(Κυδωνόπαστο)

Ormai siamo alla fine di novembre e la stagione di questo frutto meraviglioso che è la mela cotogna sta per terminare. Se potete, approfittatene per conservare durante l'inverno tutto il sapore e il profumo dell'oro dell'autunno. Kydonòpasto è un dolce dimenticato, una prelibatezza di tempi passati che la frenesia della vita moderna non dà il tempo di preparare e nemmeno ricercare e gustare.
Nelle ultime due settimane mi sto occupando di mele cotogne, le cucino, le inforno, le passo al setaccio, le conservo... La mia casa è permeata da aromi e spezie esotiche, sa di chiacchiere serali attorno al camino,sa di mamma, di nonna, di figlia e di nipote, respira ricordi del baule antico della soffitta, sogna pizzi e stoffe preziose colorate del seppia di vecchie foto, entrate e sentirete il dolce profumo dell'autunno.




Cosa ci serve (per 60 pezzi circa):

  • 2 chili di mele cotogne
  • 700 grammi di zucchero
  • mezza tazzina da caffè di cognac
  • una bacca di vaniglia 
  • una tazza di noci tritate grossolanamente
  • mandorle spelate e divise a metà 
  • zucchero semolato per decorare

Lavate bene le mele cotogne e strofinatele per eliminare la peluria esterna. Tagliatele a metà e mettetele in una teglia con poca acqua, infornate a 170 °C coperte con un foglio di alluminio finché non si ammorbidiscano. Lasciate raffreddare completamente, pulite dai semi e le parti dure. Con un frullatore riducete le mele cotogne a purea finissima. Aggiungete lo zucchero, il cognac e la vaniglia e ponete in una capiente pentola a fondo spesso, mettete a cuocere a fuoco medio, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno.
La pentola deve rimanere scoperta per far evaporare al più possibile la purea di mele cotogne, fate molta attenzione agli schizzi bollenti! Cuocete fino a quando la purea si stacca facilmente dalle pareti della pentola.
Io ho lavorato la purea a fuoco bassissimo, causa altri impegni in casa, così facendo ci ho messo circa 4 ore. Un po' tantino, ma ne è valsa la pena!





A questo punto andiamo a stendere la purea in una teglia larga, foderata con carta da forno e ben imburrata. Per stendere in maniera omogenea usiamo il dorso di un cucchiaio bagnato nel cognac.




Lasciate riposare in luogo asciutto preferibilmente ventilato per 2-3 giorni coperto con garza. Non affrettatevi a tagliare prima perché i dolcetti perdono la forma se non sono completamente asciutti.. E' molto importante che il dolce perda completamente l'umidità, altrimenti può ammuffire. Dopo che il kydonòpasto avrà raggiunto la consistenza delle caramelle gommose, tagliatelo a rombi, rotolateli nello zucchero semolato e confezionateli uno ad uno nella pellicola da cucina. Così si possono conservare anche per mesi.
Provateli con formaggi e vini corposi, ottimi!

mercoledì 21 novembre 2012

Mele cotogne al forno profumate al brandy

Un dolce semplice, un sapore di una volta, quando le nostre nonne erano giovani fanciulle che offrivano ai visitatori squisitezze fatte in casa con i prodotti dell'orto e del frutteto che crescevano in fondo al cortile, oltre il pollaio e la stalla con l'asina, le capre e le pecore.
Mettevano in tavola il servizio buono, le posate di argento e i tovaglioli pazientemente ricamati a mano sotto la finestra negli interminabili e noiosi inverni. Le mele cotogne al forno hanno il colore del tramonto e il profumo di sogni lontani che forse non si avvereranno mai, ma per questo sono i più preziosi tra i sogni.



Cosa ci serve (per 4 persone):

  • 2 mele cotogne di medie dimensioni
  • 100 grammi di zucchero
  • 10 grammi di margarina
  • una tazza di acqua
  • una tazzina da caffè di brandy
  • 5 chiodi di garofano
  • 5 semi di cardamomo interi
  • una stecca di cannella
  • yogurt greco o gelato alla vaniglia per servire

Laviamo bene le mele cotogne per eliminare la peluria esterna, tagliamo in quattro parti e togliamo la membrana interna con i semi. Disponiamo le fette in una pirofila piccola per non lasciare molti spazi vuoti attorno alla frutta. Le andiamo a condite con i chiodi di garofano, la cannella, il brandy e il cardamomo. In un pentolino facciamo lo sciroppo con l'acqua e lo zucchero e lo versiamo sopra le mele. Completiamo con fiocchetti di margarina e inforniamo a 180 gradi per un'ora coperto con un foglio di alluminio.
Successivamente togliamo le mele cotogne dal forno, le giriamo e finiamo la cottura senza foglio di alluminio per altri 40 minuti circa.
Si possono servire tiepide oppure fredde con dello yogurt greco denso, o con il gelato alla vaniglia e una spolverata di cannella.



Buona giornata...




...e buon dessert a tutti!


venerdì 16 novembre 2012

Tenerina (orgogliosamente ferrarese)

Sono tornata dai tropici con una voglia infinita di torta al cioccolato!!! Con queste temperature da autunno inoltrato e l'aria frizzantina sulle guance dopo la passeggiata pomeridiana, non vedo l'ora di prepararmi un bel caffè e gustare con tutta calma un quadratino di sofficissima torta, spezzare con la forchetta la croccante crosticina e lasciarmi deliziare dal cremoso cuore di cioccolato fondente.
La tenerina è una delle ricette che tradizionalmente si preparano in ogni casa di Ferrara, in occasione più o meno di... qualsiasi cosa! E' una torta bassa, fatta con tanto cioccolato e burro e pochissima farina. Molto facile da preparare, a casa mia sparisce in giornata...



Cosa ci serve (per 8-10 porzioni):
  • 200 grammi di cioccolato fondente
  • 200 grammi di burro
  • 150 grammi di zucchero 
  • 3 uova
  • 2 cucchiaiate di farina 00
  • 2 cucchiaiate di latte

A bagnomaria andiamo a sciogliere il nostro cioccolato fondente insieme al burro. Quando questi due ingredienti sono tra di loro ben amalgamati aggiungiamo anche lo zucchero e mescoliamo bene per farlo sciogliere. Spegniamo poi il fuoco e lasciamo intiepidire un po' il composto di cioccolato.
Successivamente aggiungiamo i tuorli di uovo, uno alla volta, mescolando velocemente per non farli cuocere, il latte e la farina. Montiamo a neve ferma gli albumi e li incorporiamo al composto di cioccolato con movimenti circolari dal basso in alto.




Imburriamo bene una tortiera quadrata, in precedenza foderata con carta forno. Versiamo il nostro impasto (che deve avere una consistenza molto fluida) e livelliamo bene battendo con la mano sulle pareti esterne. Inforniamo a 180°C in forno ventilato per 30 minuti circa.
Lasciamo raffreddare bene prima di tagliare a quadretti, altrimenti si sbriciola!!! Possiamo decorare con zucchero a velo e frutti rossi



Piace a tutti!!!


mercoledì 14 novembre 2012

Torta di mele cotogne al Nettare di Samos


Nettare era il vino degli dei, bevanda divina, espressione massima della gioia di vivere!

Si narra che gli antichi greci portarono le vigne del moscato dalla Crimea nel famoso viaggio degli Argonauti. Una volta che si è ben radicato nelle isole dell'Egeo (con "epicentro" l'isola di Samos), si è poi diffuso lungo il Mediterraneo, in tutto il mondo. La storia del moscato di Samos è antica e si fonde con le leggende, a partire dall'era del re Agaio, che viaggiò nella Tauride con gli Argonauti. Per quanto riguarda le grazie della terra di Samos, troviamo riferimenti nell'Aitlio che sosteneva che a Samos le vigne, i fichi e i rosai fiorivano ben due volte all'anno! Se lasciate per un po' le splendide spiagge e vi inoltrate nel entroterra, vi immergerete nella natura isolana verde e profumata fino a scorgere le terrazze graduate sul Monte Ampelos dei vigneti che giungono fino a un'altezza di 900 metri s.l.m. e producono quantità controllate di uva dai piccoli chicchi biondi molto aromatica (moschos in greco è il profumo...)

Nei giorni nostri, la produzione di vini è una delle principali attività di Samos, con predilezione per i passiti. Il Nettare è il più famoso tra i passiti, vino molto invidiato e con innumerevoli tentativi di riproduzione che però non hanno mai funzionato altrove se non a Samos, grazie alle sue particolarità climatiche e territoriali. E certamente grazie alle preziose nozioni vitivinicole dei suoi abitanti! Ha colore ambrato e profumi molto intensi di frutta autunnali e spezie e...si abbina benissimo con un'altra delizia dell'autunno che sono le mele cotogne, come nella ricetta che andrò a illustrarvi!




Cosa ci serve:

  • 2 e 1/2 tazze da tè di farina 00
  • 2/3 di tazza di zucchero bruno
  • 150 grammi di burro ammorbidito
  • 3 uova
  • 1/2 tazza di miele
  • 1 cucchiaino di lievito in polvere
  • 1/2 cucchiaino di bicarbonato
  • un pizzico di sale
  • 1 cucchiaino di cannella
  • 1/2 cucchiaino di noce moscata
  • 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere

Per le mele cotogne al vino

  • 3 mele cotogne grandi
  • mezza bottiglia di Nettare di Samos
  • 1 e 1/2 tazza di zucchero
  • la buccia di un limone non trattato (senza la parte bianca)
  • 4 chiodi di garofano interi

Laviamo le mele cotogne e le tagliamo a metà, senza eliminare la membrana interna con i semi. Sfreghiamo bene la parte bianca con il succo di limone, così non anneriscono. Poniamo in una pentola larga con il vino, lo zucchero, la buccia di limone e i chiodi di garofano e portiamo ad ebollizione. Abbassiamo poi il fuoco al minimo e lasciamo sobbollire finché non si ammorbidiscono le mele. Spegniamo e lasciamo raffreddare la mele nel loro sciroppo. Successivamente mettiamo mele e sciroppo in un contenitore di vetro chiuso ermeticamente e conserviamo in frigo per una notte.
Il giorno dopo:
Preriscaldiamo il forno a 180°C. Togliamo le mele cotogne e conserviamo lo sciroppo, eliminiamo la membrana centrale con i semi e le affettiamo a fettine sottili di circa 1 cm, le disponiamo in una pirofila rotonda (foderata con carta da forno e imburrata) a strati concentrici partendo dall'esterno. Spolverizziamo con 2 cucchiaiate di zucchero e una tazza di sciroppo.




Lavoriamo bene lo zucchero e il miele con il burro fino ad ottenere una crema spumosa ambrata. Aggiungiamo ad una ad una le uova e continuiamo a lavorare bene, aggiungiamo la cannella, la polvere di chiodi di garofano e la noce moscata. Per ultima aggiungiamo la farina mescolata con il lievito, il sale e il bicarbonato; lavoriamo bene l'impasto fino a che non diventi omogeneo e lo versiamo sopra la composizione delle mele cotogne. Livelliamo bene e inforniamo per 40-45 minuti (se si scurisce molto, copriamo con un foglio di alluminio).




Togliamo dal forno e facciamo raffreddare leggermente. Innaffiamo bene con lo sciroppo rimanente e lasciamo che assorba bene, poi capovolgiamo la torta nel piatto da portata. Decoriamo con una spolverata di cannella e zucchero di canna oppure con panna fresca montata senza zucchero.




martedì 30 ottobre 2012

Rondòn di San Andrès

Oggi vorrei farvi conoscere una pietanza molto particolare che proviene dall'isola caraibica di San Andrès. Il nome di questo gustosissimo (e complicatissimo...) piatto vanta diverse origini, basate su leggende o su giochi di parole. La versione più ampiamente riconosciuta è che il nome proviene dall'espressione inglese "run down" che significa in traduzione libera "correre a casa", la frase che le mogli isolane gridavano ai mariti, quando il pranzo era pronto!
Oggigiorno gli abitanti di San Andres parlano con orgoglio della loro piatanza tipica, ma consigliano di "consumarla non più di due volte all'anno" perché servono almeno sei mesi per riprendersi dalla scorpacciata!  In effetti, l'apporto calorico è più che consistente...





Cosa ci serve (per 6 persone):

  • Il latte di 4-5 noci di cocco (esiste in scatola in supermercati ben forniti)
  • 4 pesci grandi tipo pagro rosso o triglia grande (circa 300-400 gr l'uno)
  • 500 gr di coda di maiale
  • 250 gr di lumaconi di mare puliti (a San Andres usano il caracol pala che è un mollusco enorme!)
  • eventualmente 250 gr di polpa di granchio
  • 250 gr di yuca pulita e tagliata a tocchetti
  • 300 gr di patate pulite e tagliate a tocchetti
  • 250 gr di zucca
  • una cipolla tagliata fine
  • 4-5 spicchi di aglio
  • 4 platani verdi tagliati a tocchetti
  • pepe nero in grani
  • sale
  • radice di zenzero tritata
  • origano
  • basilico
  • 100 gr di farina 
  • limoni
  • aceto
  • lievito

Pulite i pesci e conditeli con sale, pepe e limone. Cuocete la coda di maiale tagliata a pezzi e condita con sale e pepe per circa un'ora (oppure 15 minuti in pentola a pressione). Estraete i molluschi dal loro guscio, lavateli bene per eliminare la sabbia, cuoceteli in acqua e aceto. Con la farina, un pizzico di lievito, un pizzico di sale e poco latte di cocco fate un impasto piuttosto duro col quale formerete tante piccole "piadine" delle dimensioni di una moneta da 2 euro.
Prendete poi un pentolone grande e stratificate gli ingredienti della zuppa in questo ordine:

  1. latte di cocco, cipolla e aglio e fate cuocere per 3 minuti a fuoco alto
  2. abbassate il fuoco
  3. aggiungete la yuca, le patate, la zucca e i platani e fate cuocere per altri 15 minuti,
  4. ora potete aggiungere il pesce, la coda di maiale e i molluschi (e la polpa di granchio se l'avete)
  5. lasciate cuocere per 20 minuti
  6. successivamente condite con gli odori (zenzero, pepe, basilico e origano)
  7. fate cuocere altri 10 minuti
  8. aggiungete le piccole "piadine" e fate cuocere altri 5 minuti.
  9. Aggiustate di sale!
Tenete sempre da parte un po' di latte di cocco in caso la zuppa si addensi troppo!
Servite la zuppa in piatti fondi, facendo attenzione a distribuire bene i componenti nei piatti, cosicché ogni commensale possa assaggiare tutto. 
Buona cucina caraibica!





giovedì 25 ottobre 2012

Canelazo

Per finire bene una cena in Colombia usa consumare una bevanda calda, forte e profumata che si chiama canelazo. Appena ne abbiamo sentito parlare io ho rizzato le orecchie, ogni cosa che ha a che fare con la cannella mi emoziona... Ho chiesto informazioni alla gentilissima e sorridente padrona (e barista) del bar ed eccoci qua!





Il canelazo è tipico della Colombia, del Perù e dell'Equador. Si fa usando una grappa locale, l'aguardiente (acqua ardente...) che è grappa estratta dallo zucchero di canna.
Il secondo ingrediente fondamentale è l'agua de panela. E quì bisogna aprire un altro capitolo... L'acqua di panela è un elisir simile alla nostra tisana che da bambini ci guarisce da tutte le malattie, mal di gola, mal di pancia, mal di orecchie, malocchio... tutto! Si fa sciogliendo nell'acqua calda una tavoletta di panela che altro non è che sciroppo di canna concentrato fino a formare una massa solida. Le tavolette di panela si possono trovare in ogni supermercato, semplici oppure profumate con aromi di frutta.

Le varianti di canelazo anche solo in giro per la Colombia sono tante. Qui vi propongo la ricetta che mi hanno dato le signore del mercatino di Usaquen che la domenica semplicemente aprono la porta di casa loro e vendono ai passeggianti dolci e bevande fatte in casa!


Cosa ci serve (per 4 persone):

  • 2 tazze (da thé) di aguapanela
  • 1 tazza (da thé) di aguardiente
  • 4 stecche di cannella
  • 1/2 cucchiaino di succo di lime
  • zucchero per servire


Scaldate due tazze di aguapanela senza farla bollire con le stecche di cannella, spegnete il fuoco e aggiungete l'aguardiente e il succo di lime. Mescolate velocemente. Preparate le tazzine di vetro del caffè espresso bagnandone i bordi con acqua calda e poi passandole nello zucchero. Versate immediatamente il canelazo nelle tazze e servite caldo, magari con una spolverata di cannella sopra. E' buonissimo!

lunedì 15 ottobre 2012

Buñuelos

Queste frittelle di formaggio fresco sono una tipica ricetta Colombiana del periodo natalizio. Sono un mix di dolce e salato, quindi bisogna fare molta attenzione alla scelta del formaggio che deve essere "morbido, fresco, di pasta bianca, dal sapore soave e generalmente neutro e di consistenza granulosa". Qui lo chiamano "requeson" che è un formaggio fatto dal siero di latte, proprio come la nostra ricotta.
I buñuelos si trovano in quasi tutte le bancarelle dove si vende cibo di strada, che almeno a Bogotà si può comprare e consumare tranquillamente senza nessuna conseguenza, dato che anche i venditori ambulanti osservano un certo livello di igiene. Sono particolari, ma buoni! Provateli!




Cosa ci serve (per 6 persone):

  • 250 grammi di fecola di mais
  • 250 ml di latte
  • 500 grammi di ricotta (o requeson)
  • 2 uova
  • un cucchiaino di zucchero
  • un cucchiaino di lievito in polvere
  • mezza tazza di olio 

Mescoliamo tutti gli ingredienti e lavoriamo bene con le mani fino ad ottenere un impasto elastico, liscio e senza grumi. Se desideriamo aumentare l'elasticità dell'impasto, possiamo aggiungere un altro po' di latte.
Spolveriamo di farina la nostra superficie di lavoro e formiamo tante piccole palline che poi andiamo a friggere in abbondante olio finché non diventano dorate. Solitamente basta un minuto per parte!





Noi li abbiamo assaggiati in questa piccola fruteria, in attesa che smettesse di diluviare, prima di ripartire per la prossima avventura in città!



lunedì 8 ottobre 2012

Ajiaco Bogotano o Santafereño

Visto che ci troviamo in Colombia per l'ampliamento di una unità della nostra famigliola (una figlioletta di 4 anni...) e dato che il reperimento di materiali per le mie ricette greche risulta mooolto ma moooolto difficile, approfitto per proporvi un piatto tipico di Bogotà, la capitale della Colombia, nota anche con il nome di Santa Fe, che è il suo quartiere più antico. 
E' l'ajiaco, una zuppa di pollo, mais, tre tipi di patate, le sabanera (grandi, durissime e nere), le criolla (piccole e gialle che conferiscono alla zuppa il suo tipico colore giallo) e le pastusa (bianche e farinose, tipo patate per gnocchi) insieme ad avocado, capperi ed erbe.
L'erba usata per profumare questa zuppa è un comune infestante dei nostri orti e vasi da fiori, la Galinsoga parviflora che qui chiamano guascas.





Cosa ci serve:

  • 3 o 4 petti di pollo
  • 3 kg di patate criolla
  • 4 chili di patate pastusa
  • 2 chili di patate sabanera
  • 5 pannochie fresche tagliate a pezzi grossi
  • 4 spicchi di scalogno
  • 1 vasetto di capperi sottaceto
  • 1 mazzetto guascas (galinsoga parviflora)
  • panna mezzo litro circa semimontata
  • 5 Avocado
  • Sale, pepe

Mettiamo i petti di pollo in una pentola capiente, copriamo interamente di acqua e portiamo a ebollizione, poi abbassiamo il fuoco e lasciamo cuocere per circa 40 minuti. Togliamo il pollo e filtriamo il brodo dalle impurità della carne. Mettiamo ora le verdure a cuocere nel brodo di pollo: le patate sbucciate, lavate e tagliate a piccoli pezzi, le pannochie, lo scalogno a fettine. Aggiungiamo poca acqua se necessario, aggiustiamo di sale e pepe. Lasciamo cuocere fino a quando le patate si sfaldano e addensano il brodo.
Mentre la zuppa cuoce prepariamo gli avocados separatamente facendoli cuocere a vapore per circa 20 minuti, poi li tagliamo a pezzettoni. Tagliamo a pezzi anche i petti di pollo raffreddati. Laviamo, asciughiamo e tritiamo le erbette, poi le soffrigiamo in olio extravergine di oliva.
Quando la zuppa e pronta, aggiungiamo le erbette soffritte, i pezzi di pollo e serviamo nei piatti.
Gli avocado, i capperi e la panna sono serviti in piccole insalatiere separatamente e ogni commensale aggiunge nel suo piatto la quantità desiderata di questi condimenti.

L'usanza in Colombia è quella di servire l'ajiaco in piatti fondi di terracotta nera tradizionale appoggiati sopra un cestino di vimini.
Io ho abbondato sia di capperi che di panna e la zuppa era OTTIMA!!!!

La foto della pietanza proviene da internet, in attesa di una riuscita bene fatta da me. Vi lascio invece con un po' di immagini della periferia di Bogotà.






martedì 18 settembre 2012

Biscotti all'arancia

(Κουλουράκια πορτοκαλιού)

Buonissimi biscotti fatti in casa, con preziosi ingredienti quali l'olio extravergine di oliva spremuto a freddo nel frantoio di un piccolo paese dell'entroterra greco, profumate arance coltivate su dolci colline che scendono quasi in riva al mare, zucchero di canna, farina e un pizzico di aromatica cannella. Ottimi a colazione la mattina, fantastici compagni del caffè pomeridiano, si possono conservare in un barattolo a chiusura ermetica anche per un paio di mesi. Provateli! (e secondo me non vi dureranno così a lungo...)



Cosa ci serve:
  • 320 grammi di olio extravergine di oliva
  • 300 grammi di zucchero di canna
  • 250 grammi di spremuta d'arancia
  • 1 kg di farina 00
  • 2 cucchiaini di lievito
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 1 cucchiaino di cannella

Lavorate l'olio con lo zucchero fino ad ottenere una crema chiara ed omogenea. Aggiungete la cannella e la spremuta d'arancia, nella quale avete sciolto il bicarbonato. Attenzione! usate un ampio contenitore per sciogliere il bicarbonato nella spremuta perché si gonfia e fa una incredibile schiuma! Aggiungete a cucchiaiate la farina mescolata con il lievito e lavorate bene con entrambe le mani, fino ad ottenere un impasto liscio. Lasciate riposare 20 minuti in luogo fresco.
Prendete piccole palline di impasto e formate i vostri biscotti dandovi il disegno che più vi piace. Io preferisco quello classico, a nodino, della mamma... Disponete su una teglia foderata con carta forno e cuocete a 180 °C per 15 minuti circa. Devono assumere un bel colore dorato. Lasciate raffreddare completamente prima di conservarli. 





mercoledì 15 agosto 2012

Coscossela delle Cicladi

(Κοσκοσέλα Κυκλαδίτικη)

Una ricetta facilissima dalle belle Cicladi, di questa salsa fatta di melanzana, pomodori e uova. Può essere servita come secondo piatto, oppure spalmata su fettine di pane e servita come antipasto. Gustosa, semplice, non manca mai dalla tavola estiva ellenica, è uno dei piatti preferiti dai bambini! Alla ricetta originale ho aggiunto soltanto un po' di peperoncino, che a casa mia non deve mancare mai...





Cosa ci serve (per 4 persone):

  • una melanzana globosa
  • un peperoncino rosso fresco
  • 4 pomodori maturi grandi
  • 5 uova
  • 50 ml di olio
  • un cucchiaino raso di zucchero
  • basilico per servire
  • sale, pepe grattugiato fresco
  • 100 gr di kefalograviera

Pelate la melanzana dalla sua buccia nera, grattugiatela ai fori grossi. Fatela insaporire insieme all'olio, il peperoncino tagliato fine, il sale e il pepe a fuoco basso. Aggiungete i pomodori grattugiati senza la buccia e lo zucchero. Fate cuocere a fuoco vivace la salsa per circa 20 minuti finché non si assorbono i liquidi.
Abbassate il fuoco, sbattete le uova in un piatto e aggiungetele nella salsa a fine cottura. Fate cuocere per 3-4 minuti mescolando continuamente per fare cuocere l'uovo, senza far asciugare troppo la preparazione.
Servite con una manciata di basilico tritato grossolanamente.